In questi giorni i lavori parlamentari sono sospesi e la politica è concentrata sulla campagna elettorale per le amministrative, ma la scorsa settimana la commissione Affari Europei del Senato ha approvato un parere importante di cui ero proponente e relatore (votandolo quasi all’unanimità con una sola astenuta). È il parere sullo schema di decreto legislativo proposto dal governo per recepire la direttiva UE sull’uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario. Riporto il testo qui sotto ma — a costo di rovinare il finale — anticipo che si tratta di un parere fortemente critico che il governo non può disattendere, pena uno strappo istituzionale che sarebbe molto grave. Lo schema di decreto infatti viola platealmente il principio della concorrenza sancito dal Trattato sull’UE dando un monopolio (digitale) di fatto all’ordine dei notai. E non fa niente per risolvere l’aggravio di costi e le complicazioni per la costituzione di startup nate in seguito a una recente sentenza del Consiglio di Stato. Come ho già argomentato qui, dobbiamo cambiare passo. Il governo adesso lo faccia modificando lo schema di decreto.