Il dibattito sugli effetti positivi e negativi dell’introduzione del lavoro interinale in Italia non si è spento con l’approvazione della L.196/1997 (la cosiddetta “legge Treu”), che ha reso legale e disciplinato il lavoro temporaneo tramite agenzia nel nostro paese. All’interno di un dibattito che, a cinque anni dall’entrata in vigore di questa tipologia contrattuale, comincia ad essere arricchito dalle prime verifiche empiriche, un aspetto cruciale e ancora controverso riguarda la funzione collocativa del lavoro interinale. In altre parole, si tratta di capire se (e soprattutto in che misura) il lavoro temporaneo rappresenti un canale d’ingresso nel mercato del lavoro a tempo indeterminato, o se, viceversa, i lavoratori in affitto siano usati dalle imprese solo per motivi di flessibilità organizzativa e produttiva, restando intrappolati in una situazione di precariato permanente. Partendo da questo dilemma, il nostro studio si prefigge l’obiettivo di stimare l’effetto causale del lavoro interinale sulla probabilità di trovare un impiego a tempo indeterminato.
Il lavoro interinale in Italia: trappola del precariato o trampolino verso un impiego stabile?
Joint with Andrea Ichino and Fabrizia Mealli