Il postpopulismo è un’idea controversa. Politologi e filosofi litigano su come definirlo. Economisti e sociologi litigano su quali ne siano le cause. Rispetto alle definizioni, potremmo cavarcela dicendo che il populismo è un po’ come il carisma: nessuno sa bene che cosa sia, ma tutti lo riconoscono quando lo incontrano. Riducendo la questione all’osso, il populismo è una strategia politico-comunicativa o un’ideologia «sottile» che contrappone la purezza del popolo alla corruzione delle élite. Col semplice corollario che solo i politici populisti – così lontani dal linguaggio e dalle liturgie dei politici tradizionali – possono rappresentare la vera volontà del popolo. Al pari della tecnocrazia, che spesso ne rappresenta l’altra faccia della medaglia, il populismo nega il pluralismo. Dimenticatevi gli scontri tra valori, interessi e visioni del mondo.
C’è solo una cosa giusta da fare: quello che chiede il popolo o quello che suggerisce la tecnica. Chissà perché nessuno ci aveva pensato prima.