Martedì 17 maggio il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, il Presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti e il Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore Pietro Barbieri presenteranno il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. In Italia quasi un milione di minori vive in condizioni di povertà assoluta e questa povertà economica è spesso legata anche a una condizione di povertà educativa: le due si alimentano reciprocamente e si trasmettono da una generazione all’altra.
Come solo pochi giorni fa Save the Children è tornata a ricordare, in Italia quasi la metà dei minori in età scolare non ha mai letto un libro al di fuori di quelli scolastici, il 55% non ha mai visitato un museo, il 45% non svolge alcuna attività sportiva. La legge di Stabilità prevede l’istituzione in via sperimentale, per la prima volta, di un Fondo specifico per il contrasto della povertà educativa minorile per il triennio 2016/2018, alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria: il Fondo sarà destinato «al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori». A fine aprile, il Governo e le fondazioni hanno firmato un Protocollo d’intesa per la gestione del Fondo. Ne abbiamo parlato con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini.
Sottosegretario Nannicini, che cosa si può anticipare?
Presenteremo il testo del Protocollo e i meccanismi di gestione del Fondo, il dettaglio dei contenuti, le linee strategiche e i bandi verranno decisi all’interno del Comitato di Gestione. In questo momento pertanto possiamo parlare di cronoprogramma e finalità del fondo, ma la cosa importante è che con la sigla del protocollo da parte dei tre soggetti – Governo, Fondazioni e Forum del Terzo Settore – siamo operativi. Si parte.
Quando si parla di povertà educativa si possono intendere tante cose: la scarsa accessibilità a contenuti culturali (nessun libro letto, nessun museo visitato), la scarsa offerta di servizi o proposte educative extracurricolari, la fragilità dell’intervento educativo, la dispersione scolastica… Su cosa puntate con questo fondo?
Intanto mi preme sottolineare che si tratta di un intervento sperimentale, che non significa “dotato di pochi soldi” ma che poiché riteniamo che questa sia un’area strategica per la lotta alla povertà vogliamo capire esattamente quali sono i mezzi di intervento più efficaci. Lo faremo con protocolli seri di valutazione, perché l’obiettivo è che partendo da questa sperimentazione si arrivi a un intervento nazionale. Ovviamente la povertà educativa è un problema multidimensionale, c’è la dispersione scolastica, una povertà di servizi, un minor investimento che arriva dalle famiglie: tutti i tre aspetti dovranno essere aggrediti, non necessariamente tutti i progetti dovranno rivolgersi a tutte le tre aree.
Ha detto che è presto per parlare di bandi e contenuti, ma cosa si può già dire?
Avremo due linee di intervento. Una sarà rivolta ai territori, ad esempio alle aree ad alta dispersione scolastica o ad alto disagio sociale: l’idea è di creare modelli di intervento a cui partecipano tutti i soggetti – scuole, pubblico e terzo settore – per creare luoghi di comunità in cui si combatte il fenomeno, in particolare attraverso strumenti di socializzazione. La seconda linea invece vedrà un intervento più personalizzato, anche se ancora va deciso a quale gruppo rivolgersi. Un esempio? Un embrione di servizi che nasca attorno al Sia o al nuovo strumento legato alla delega contro la povertà, potrebbe esserci una linea di intervento che crea infrastrutture di servizi per queste famiglie, sia dentro la scuola sia all’esterno.
C’è una fascia di età a cui pensate in via prioritaria?
No, minori nell’area prescolare e della scuola obbligo.
Il Comitato di Gestione a cui accennava è già designato?
Nel Comitato di Gestione ci saranno quattro persone designate per il Governo, quattro per le Fondazioni e quattro per il Forum del Terzo Settore. Le nomine sono in via di definizione ma ci saranno per martedì. Oltre ai 12 effettivi ci saranno, senza diritto di voto, un rappresentante per Isfol e uno per l’Ente Einaudi, proprio perché è importante la dimensione del monitoraggio e del raggiungimento degli obiettivi.