La politica decide in queste ore le sorti del calcio italiano. C’è una norma che potrebbe essere corretta da un emendamento che può garantire la libera circolazione dei calciatori con una competitività paritaria che metta tutti, italiani e stranieri, alle stesse condizioni di partenza e di concorrenza, dove poi le società scelgono in base alle loro possibilità economiche e necessità tecniche. Né prima gli italiani, né dopo gli italiani, ma italiani e stranieri sullo stesso livello. Dal 2019, con l’approvazione di una norma nel Decreti crescita che voleva agevolare l’acquisto di super talenti e che si è rivelata invece, in tutti i suoi effetti, un vero e proprio elemento distorsivo del mercato che penalizza i calciatori italiani, è diventato molto più vantaggioso comprare un calciatore straniero visto che con la concessione ci due anni di residenza, si risparmia fiscalmente
ben il 50% dell’ingaggio. Questa norma penalizza fortemente calciatori italiani, soprattutto i più giovani. Del resto, perché una società dovrebbe comprare un calciatore italiano se un calciatore francese o argentino costa la metà? La norma, pensata in primis per il rientro di cervelli nella ricerca, era stata estesa poi agli sportivi professionisti. Ed è diventata un gigantesco elemento distorsivo che rende i calciatori italiani assai meno appetibili dei loro colleghi esteri. Per gli italiani, per cancellare questa norma, nell’interesse generale di tutto il sistema calcio nazionale, il Senatore del PD Tommaso Nannicini, ha presentato un nuovo emendamento all’interno del Decreto fiscale (dove sono previsti anche importanti aiuti al settore del calcio professionistico) che ristabilisce il ripristino di una parità competitiva tra i calciatori e garantisce anche la possibilità di una scelta basata su valori tecnici e non più solamente su algoritmi economici e risparmi fiscali. Il Senatore spiega i motivi della sua iniziativa: “Ovviamente, si tratta di una richiesta che veniva dal mondo dello Sport, e poi dall’Associazione Calciatori e Calciatrici. Ma anche il direttore del Corriere dello Sport aveva evidenziato questa anomalia con un editoriale. Con la norma in vigore si pregiudica il lavoro dei vivai e la crescita dei giovani calciatori italiani. La situazione attuale è sproporzionata rispetto ad altri Paesi europei e ‘droga’ di fatto il mercato con gli incentivi fiscali per gli stranieri e crea diseguaglianze con i calciatori italiani che provengono dalle serie inferiori. Su questo emendamento c’è anche il parere favorevole della Sottosegretaria Vezzali. Se l’Italia rischia di non andare ai Mondiali dobbiamo interrogarci sulle scelte fatte e che depauperano il patrimonio del calcio italiano”.