lavoce.info

Grillo bagnato, Grillo sfortunato

Tommaso Nannicini, Luca Riva
Democrazia/#statistiche

Non fosse stato per pioggia e neve che imperversavano in buona parte d’Italia, il M5S avrebbe potuto raggiungere il 27,9 per cento dei voti nelle prime elezioni politiche  svoltesi d’inverno. Ecco perché il movimento di Grillo è il più danneggiato dal maltempo, che invece ha avvantaggiato Pd e Pdl.

IL GENERALE INVERNO CONTRO IL M5S
Per la prima volta nella storia repubblicana, le elezioni politiche si sono tenute d’inverno, e di conseguenza in molte parti d’Italia il voto si è svolto in condizioni di maltempo, sotto neve e temporali. Ma chi ci ha rimesso? I numeri parlano chiaro: il brutto tempo ha fermato l’avanzata di Beppe Grillo.

Grazie ai dati sui risultati elettorali e sulle condizioni meteo a livello comunale è possibile stimare l’effetto del maltempo con precisione statistica. Per farlo, abbiamo raccolto le informazioni disponibili su 7.760 comuni nei giorni del 13 e 14 aprile 2008 e del 24 e 25 febbraio 2013, in modo da comparare le ultime due tornate di elezioni politiche. (1)I dati vengono dall’archivio ilmeteo.it e contengono: 1) le temperature medie in quei giorni; 2) la visibilità media; nonché 3) un indicatore sintetico per cielo perturbato e meteo molto avverso (neve o temporali). Controllando per le specificità di ciascuna regione, abbiamo quindi stimato l’impatto di queste misure di maltempo sui cambiamenti nel voto degli italiani dal 2008 al 2013 a livello comunale.
Il primo risultato è intuitivo: laddove ha imperversato il maltempo, la partecipazione elettorale è stata minore. Per esempio, nei comuni dove è piovuto, rispetto a quelli della stessa Regione dove non è piovuto, la partecipazione si è ridotta di 1,7 punti percentuali. Fin qui niente di strano. Ma gli effetti del maltempo sui risultati elettorali sono a dir poco sorprendenti (e robusti ai diversi indicatori di condizioni meteo o ai modelli statistici che abbiamo usato per stimarli).
In sintesi, pioggia e neve hanno smorzato il successo elettorale di Grillo e fornito un po’ di respiro a Pdl e Pd. Nei comuni dove è piovuto o nevicato, per esempio, il M5S ha ottenuto un punto percentuale in meno. Un calo della temperatura di sette gradi centigradi, pari alla diminuzione media registrata nelle giornate elettorali del 2013 rispetto a quelle del 2008, si è tradotto in una perdita di 2,4 punti percentuali per il movimento di Grillo, che avrebbe quindi potuto aumentare il proprio consenso dal 25,5 al 27,9 per cento senza il brutto tempo. Pioggia e neve hanno ridotto anche la performance elettorale di Scelta civica, ma per un ammontare minore e non sempre statisticamente significativo.
Invece, il maltempo ha aiutato il Pdl e, soprattutto, il Pd ad arrestare la loro emorragia di voti rispetto al 2008. Sette punti di temperatura in meno hanno ridotto la perdita di voti del Pdl di 1,7 punti percentuali (rispetto a un’emorragia media di 14,2 punti in confronto al 2008) e quella del Pd di 1,1 punti percentuali (rispetto a un’emorragia media di 6,7 punti sempre in confronto al 2008).

L’AVANZATA DI GRILLO FERMATA DAL MALTEMPO
La figura qui sotto rende l’idea. Se si guarda al legame tra la variazione nella visibilità mediadurante le elezioni del 2013 rispetto a quelle del 2008 (asse orizzontale) e i voti del M5S (asse verticale), si vede chiaramente che una riduzione della visibilità e quindi un peggioramento delle condizioni meteo a livello di ogni singolo comune hanno ridotto i voti per Grillo. E lo stesso vale per le temperature medie, per altri indicatori di maltempo e in modelli che controllano per quelle specificità che rendono unica ogni regione.

Una possibile spiegazione di questi risultati è che gli elettori che sono rimasti a casa per colpa del meteo erano quelli maggiormente indecisi fino all’ultimo, e di conseguenza quelli che avrebbero finito per votare per il M5S. Insomma: Grillo bagnato, Grillo sfortunato.

u

(1) Si ringrazia Andrea Bartezzaghi per l’estrazione dei dati meteo.

Vai al contenuto