L’Italia non può più commettere passi falsi. La situazione economica, unita a quella sanitaria, è drammatica e rischia di aprire una crisi occupazionale senza precedenti. Lo spiega Tommaso Nannicini, senatore del Partito democratico, già sottosegretario alla Presidenza del consiglio ai tempi del governo Renzi, ma prima di tutto economista con cattedra alla Bocconi. Uno dei primi a fare il nome di Draghi quando ancora la crisi sembrava risolvibile: se Conte non ce la fa – aveva detto – toccherà all’ex presidente della Banca centrale europea. E così è andata.
Senatore, la situazione è in continua evoluzione: Draghi riuscirà ad avere il sostegno di tutto il Parlamento o almeno di buona parte di esso?
«Sarebbe un segnale sbagliato se la politica non raccogliesse l’appello – che è anche un percorso ben delineato – del capo dello Stato. Di fronte allo stallo della politica che non è riuscita a siglare un patto di legislatura tutti devono assumersi le loro responsabilità».
Il presidente Mattarella ha parlato della necessità di un governo adeguato a fronteggiare le gravi emergenze sanitaria, sociale, economica e finanziaria.
«C’è un piano vaccinale da portare avanti. C’è il Recovery plan da approvare bene. Non possiamo di certo permetterci elezioni al buio senza avere prima messo in sicurezza il Paese. Dopo avere dato vita – senza successo – alla caccia ai responsabili, ora dobbiamo raccogliere l’invito alla responsabilità del presidente Mattarella».
Il Paese vive la sua crisi peggiore dal dopoguerra. Da economista come vede l’Italia in questo momento?
«La situazione è drammatica e i primi a esserne consapevoli sono i cittadini. È da aprile che dico che – senza risposte da parte della politica – dopo la crisi sanitaria sarebbe esplosa una crisi occupazionale. Se non riprendiamo a crescere ci sarà anche una crisi del debito, perché verrebbe meno anche l’ombrello della Banca centrale europea. E una crisi del debito in mezzo a una crisi occupazionale e sociale sarebbe disastrosa».
L’operato del governo Conte non è stato sufficiente?
«La politica ha dato risposte giuste con i bonus: abbiamo messo a disposizione più di 100 miliardi. Ma ha progettato troppo poco per affrontare questa crisi. Abbiamo perso mezzo milione di occupati nonostante lo stop ai licenziamenti. Persone in carne ossa che hanno perso il lavoro. Su questo punto sono state date troppo poche risposte. E proprio perché siamo arrivati a questa situazione da qui in avanti l’emergenza occupazionale e l’emergenza crescita dovranno essere la nostra ossessione».
Come vede la strada verso il governo Draghi?
«Oggi come oggi ci sono ancora fibrillazioni, nodi da sciogliere. Ma vanno sciolti velocemente per dare all’Italia un governo che governi. Mi auguro che ci sia quanto prima un esecutivo a guida Draghi e che il Parlamento lo metta in condizione di lavorare, portando idee, dando il suo fondamentale contributo. La politica deve fare la sua parte, ma nello schema di gioco indicato da Mattarella».