«Potremmo sederci sulla riva del fiume e osservare le botte che volano nel M5S. Ma la politica non è mangiare i popcorn, piuttosto convincere gli elettori che Grillo dovrebbe tornare al suo nobile mestiere: il comico e basta». A distanza di 24 ore il senatore del Pd Tommaso Nannicini conferma la sua linea e aggiunge: «Non c’era bisogno di essere politologi per anticipare che sarebbero esplose mille contraddizioni nel Movimento».
Senatore, va ricordato che lei non è mai stato tenero sull’alleanza con i 5Stelle.
«C’è stato un eccesso di schiacciamento tattico, come spesso avviene nel Pd. Detto questo, io non sono contrario a un dialogo con i pentastellati, ma a subirne l’egemonia culturale. Ora che il Pd comincia a definire la sua identità su giovani, donne, lavoro e rivoluzione verde sono meno preoccupato».
Rischiate di finire senza alleati e di pagare i guai dei 5Stelle?
«Non entro nelle dinamiche di un altro partito. Letta è stato chiaro: prima costruiamo un campo largo dei progressisti da Leu al centro riformista, di cui il Pd non può che essere il perno, e poi capiamo quale convergenza è possibile con i 5Stelle».
Eppure il Pd è arrivato a considerare Conte «il punto di riferimento del campo progressista.
«Non mi metto magliette, tantomeno quella di Conte, che per me non è mai stato un riferimento per i progressisti. La linea di Conte non è ancora chiara. La politica non si fa con i sondaggi, ma con il coraggio delle scelte».