Si apre oggi a Firenze la Convenzione regionale dei Ds. Al centro dei lavori, tre domande di fondo. Come aiutare il sistema produttivo toscano a rafforzare la propria competitività, virando verso una rotta di sviluppo ad alto contenuto d’innovazione? Come mantenere l’elevata qualità della vita dei toscani, garantendo l’universalismo dei servizi e rispondendo all’invecchiamento demografico e ai cambiamenti del lavoro? Come rilanciare la capacità progettuale dell’Ulivo, permettendogli nello stesso tempo di stringere alleanze con altri soggetti, all’interno della cornice istituzionale che la regione è chiamata a darsi? Per rispondere a queste domande, i Ds chiamano a raccolta competenze interne ed esterne, partendo dal lavoro svolto nell’ultimo anno. Primo punto, l’economia. Le difficoltà congiunturali riportano alla luce nodi strutturali già noti. Per esposizione verso l’esterno, scarsa diversificazione settoriale e preponderanza della piccola dimensione, l’impresa toscana è fragile nel nuovo scenario internazionale (concorrenza dei paesi in via di sviluppo; assenza di svalutazioni competitive; progresso tecnologico). Come ha sottolineato Prodi, occorre aiutare le imprese a “prendere tempo”. Ma è indispensabile che non si finisca per “perdere tempo”. Istituzioni, imprese, sindacati e università devono avviare un gioco di squadra che indichi la via dell’aggiustamento strutturale, per trasformare la Toscana in un’economia che compete sulla qualità e sull’innovazione, piuttosto che in un “grande parco giochi” (Claudio Martini). Perché, allora, non pensare a un Progetto pilota integrato per l’innovazione (analogo a quello varato per il sistema Moda), che sappia perseguire le necessarie economie di scala in questa direzione, tenendo insieme i settori dell’e-government, degli aiuti alle imprese, della formazione, della ricerca e della finanza? Secondo punto, il welfare. Anche qui la politica deve tornare a svolgere il proprio lavoro, indicando le priorità e le risorse per perseguirle. La partita per estendere tutele e opportunità si gioca su tre campi: assicurare in forme appropriate il rischio di nonautosufficienza in età avanzata; aiutare i giovani a costruire presto un percorso autonomo; garantire nuove tutele per il lavoro flessibile. Terzo punto, l’Ulivo. I Ds toscani hanno già avanzato proposte chiare (assemblea regionale degli eletti; albi degli elettori; coordinamento aperto e patti di consultazione con associazioni e soggetti sociali nel rispetto della reciproca autonomia). Occorre ripartire da qui per fare della Toscana un laboratorio di rilancio della coalizione come soggetto politico, che in quanto tale dialoga con altri e lancia il proprio messaggio alla società. Di tutti questi temi, i Ds vogliono discutere al loro interno, con i propri alleati e con la società toscana: la Convenzione regionale è una tappa importante di questo confronto.
Tre risposte che dobbiamo ai toscani
Tommaso Nannicini
Democrazia/#sinistra